Winter Fat trail
Winter Fat Trail SI!
Winter Fat Trail No!
il dilemma è durato a lungo.
Soprattutto è stato difficile schiodarmi da una serie di paranoie che nell’arco dell’ultimo anno mi hanno accompagnato costantemente.
Da sola SI
Da sola NO
Perché diciamocelo, per un uomo ( e non potete capire quanto mi roda dover ammettere questa cosa) muoversi in autonomia e in solitudine è più facile.
E’ più semplice dire a un’amica, una moglie , un’amante: vado a farmi un trail da solo!
Per una donna (soprattutto se moglie e madre) subentrano tutta una serie di rognose giustificazioni da addurre non tanto al marito/compagno etc etc (mio marito da questo punto di vista supera il MITO!), quanto ai genitori, agli amici e ai vicini di casa che proprio non si capacitano di come TU DONNA, possa anche solo lontanamente ipotizzare di prendere su e andartene da sola a farti un trail di qualche giorno in bicicletta!
E allora VIA! che ve lo dico a fare… scoperto che al trail partecipavano svariati amici bikers sono partita!
Destinazione Asiago
1 e 2 febbraio 2020
Winter Fat Trail
Cosa potevo desiderare di più?
2 giorni, 120 km su neve, sull’Altopiano di Asiago, zona per me totalmente sconosciuta e quindi doppiamente affascinante.
L’idea di così tanti km su strade innevate, in effetti turbava alquanto le mie aspettative.
L’esperienza maturata negli ultimi 2 anni sul Gran Sasso mi lasciava poche incertezze: percorso innevato = 6km all’ora di media, minuto più minuto meno…perchè c’è poco da fare, neve significa incertezza! La pedalabilità di un percorso su neve può variare notevolmente da un giorno all’altro e spesso, quasi sempre, parte del giro va fatto a spinta… ma va bene! Alla resa dei conti sono “un mulo”. Parto e non mollo finché non arrivo, per cui l’entusiasmo ha messo KO qualunque incertezza e sono partita.
Inutile dirvi che la settimana prima di partire è stata epica (soprattutto per i miei amici bikers). Ho scomodato chiunque per avere consigli, comprare la borsa ideale, capire cosa portare e cosa no, provare l’assetto a borse montate…d’altronde si trattava del primo trail e non volevo partire impreparata.
Quando sono arrivata a Tresché di Conca mi tremavano le gambe. Tutti gli altri partecipanti erano a loro agio, montavano le bici, si raccontavano le ultime esperienze. Tutti avevano alle spalle molteplici trail e il WTF rappresentava per loro l’ennesima avventura.
Per me era la novità assoluta !
Quando riguardo l’intervista che mi ha fatto Luca Occhialini mi vien da sorridere….lui con naturalezza mi si è avvicinato e mi ha posto una domanda semplice:” Questa è la tua bici? Appena finisci di prepararla torno così mi spieghi in 2 parole come pensi di fare il trail e cosa ti aspetti e i tuoi progetti per il futuro. A tra poco.”
Io sono andata nel panico! Si, questa è la mia bici. Si, sto cercando di collocare nelle varie tasche tutte le ennemila cose che penso potrebbero servirmi per affrontare questi due gg ( compresi svariati panini e barrette di cioccolata che proprio non entrano più da nessuna parte..) MA, NO! Non ho nessuna strategia e non ho idea di come affronterò questa esperienza perché è la prima volta….ma le incertezze sono durate poco! Giorgio (Giorgio Graziani, l’organizzatore) a un certo punto ha stoppato ogni cincischiamento e ha dato il via!
Si Parte.
E allora via! Si parte!
Per fortuna tra vari partecipanti ho ritrovato Mara e Pietro (#tunisiafatbike) e il dubbio è durato meno di un secondo: parto con loro!
Obiettivo: godersi e scoprire l’altopiano di Asiago che non conoscevo.
E così è stato.
Luoghi incantevoli.
Altopiani sospesi sulle nuvole.
Boschi incantati.
Laghi ghiacciati.
Malghe arrampicate su cocuzzoli di monti raggiungibili solo attraverso salite dalla pendenza incalcolabile.
Il tutto condito da poca neve ma tanto ghiaccio, che ha reso il percorso avventuroso e divertente e ci ha regalato tante cadute memorabili.
Non vi nego che il primo giorno, a un certo punto, a causa del ghiaccio ho temuto davvero di dover rinunciare al giro.
Il rifugio dove avevamo programmato il pernottamento sembrava davvero irraggiungibile e più di una volta, per evitare il ghiaccio, abbiamo fatto deviazioni che ci hanno costretto a tornane indietro e hanno allungato enormemente i tempi previsti.
Ma alla fine la caparbietà mia e di Mara ci ha permesso di raggiungere la prima tappa e ci ha dato la carica per portare a termine il giro!
Il secondo giorno è stato fantastico!
Determinate a portare a termine il giro , Mara ed io (mollato Pietro che faceva i capricci) salita dopo salita, strappetto dopo strappetto, ci siamo arrampicate sull’altopiano, godendoci paesaggi e scorci incredibili e meravigliandoci di questi territori incantevoli e davvero ricchi di storia!
Se chiudo gli occhi mi ritrovo ancora sospesa sulle nuvole!
E’ stata un’esperienza tostissima sotto tanti punti di vista (temperature, altitudine, terreno..)!!!
Ma, allo stesso tempo, è stata un’esperienza grandiosa!
Portarla a termine per me è stata una soddisfazione immensa e ha alzato l’asticella…
Come diceva qualcuno: l’appetito vien mangiando!